Le connessioni tra ‘ndrangheta’ e politica

Che il mondo della politica e quello della criminalità organizzata siano collusi è un dato di fatto, ed in Italia questo connubio è cosa ben visibile agli occhi di tutti, anche se ci sono ramificazioni che escono spesso fuori dai confini nazionali per espandersi un po’ in tutto il mondo. La storia ci insegna che anche in America le cose non è che stiano poi tanto meglio, anzi; diciamo pure che il rapporto tra politica e criminalità organizzata potrebbe essere definito come mutuamente beneficioso perché, in fin dei conti, se buona parte della popolazione di elettori si rifiutasse categoricamente di dar voti ad un certo tipo di personaggio piuttosto che ad un altro, la cosa non si potrebbe sviluppare più di tanto.

Purtroppo funziona così, e non c’è verso di poter fermare questo fenomeno, o forse non lo si vuole fare; è chiaro che attraverso decisioni politiche si muovono ingenti somme di denaro, come ad esempio accade nel mondo dell’edilizia pubblica, e gli appalti milionari che sono in ballo fanno gola a tutti, specie alle organizzazioni criminali che se ne servono per ‘pulire’ denaro sporco proveniente dalle loro attività illecite.

Alcuni riferimenti storici

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Già verso fine Ottocento ci fu il primo chiarissimo segnale che qualcosa di strano ma molto potente stava turbando il mondo della politica italiana; nel 1869, con tanto di Decreto Regio, fu infatti sciolto il comune di Reggio Calabria per infiltrazioni mafiose, primo evidente segnale che la malavita organizzata stava entrando di prepotenza nel mondo della politica italiana. Dopo i fatti del 1869, l’Italia visse un periodo di calma apparente, durante il quale si registrarono pochi eventi di cronaca nera, ma il male stava covando, e venne fuori all’improvviso intorno al 1970, quando una serie di inchieste fatte dalla magistratura mise a nudo una vera e propria rete mafiosa.

Negli anni ‘70 si diede il via ad una serie di grandi opere pubbliche nel Mezzogiorno d’Italia, e molti imprenditori del Nord scesero al Sud per cercare di aggiudicarsi gli appalti per grandi opere infrastrutturali come la famosissima Autostrada Salerno-Reggio Calabria, il potenziamento della linea ferroviaria, ed altre importanti opere del genere. Ebbene, da quel momento in poi, fino ad arrivare ai giorni nostri, la storia non è mai cambiata, anzi è andata peggiorando ancora di più!

Dal 1970 al 2000

Dal 1970 al 2000 l’Italia visse uno dei periodi più difficili in quanto a cronache di malavita organizzata, anzi potremmo dire senza dubbio il più duro. Verso la fine del ‘69, in seguito ad una riunione mafiosa tenutasi nel piccolissimo comune di Montalto, sulla cima dell’Aspromonte, le prime ’ndrine (cosche mafiose) iniziarono a schierarsi politicamente, con alcune famiglie che decisero di appoggiare la destra, ed altre invece la sinistra. Fu solo un appoggio momentaneo, perché la malavita organizzata non suole portare nessuna bandiera e nessun colore, va dove si muovono tanti soldi, e ciò poteva accadere sia ‘simpatizzando’ per la destra che per la sinistra.

Nel Maggio del ‘78 fu assassinato uno dei più carismatici leader della Democrazia Cristiana, l’onorevole Aldo Moro, che nel corso della sua carriera politica fu anche Ministro della Giustizia, poi Ministro della Pubblica Istruzione, ed ancora Ministro degli Esteri, oltre ad aver ricoperto anche la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri e ad aver guidato governi di centro-sinistra per varie legislature. A partire dagli anni 80 il numero degli omicidi di esponenti politici assassinati (sia di destra che di sinistra) iniziò a crescere in modo esponenziale, cosa che purtroppo continua ancora oggi.

Le collusioni ‘ndrangheta’-politica dal 2000 ad oggi

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Lo scenario politico di quegli anni era molto confuso, e le infiltrazioni mafiose nelle istituzioni pubbliche (comuni, province, regioni) erano sempre più visibili ad occhio nudo; si sciolsero altri comuni come Rosarno, Cetraro, Lamezia Terme, Melito di Porto Salvo, e addirittura il piccolo comune torinese di Bardonecchia dovette chiudere per mafia. Iniziarono a vedersi anche le prime chiarissime minacce della ’ndrangheta a tutti coloro che avevano istituito un fronte per combatterla, e ci furono altri omicidi e fatti di cronaca nera.

Nell’Ottobre del 2004 venne addirittura trovato un ordigno all’interno del Comune di Reggio Calabria, ma per fortuna non successe nulla; il 16 Ottobre del 2005 invece, fu assassinato il Vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, e da quel momento in poi scattò una serie di operazioni di Polizia che condusse all’arresto di politici e faccendieri affiliati a varie ’ndrine calabresi. Non basterebbero altre 100 pagine per parlare un po’ più diffusamente di questo scottante tema, ma è anche vero che probabilmente servirebbe solo per far crescere la rabbia.