Viaggio nella preistoria

La stessa origine del termine (pre-historia), indica che si parla di un qualcosa che riguarda un periodo antecedente alla storia, che a sua volta si chiama così in quanto è un qualcosa di raccontabile in base a documenti scritti o testimonianze di qualsiasi genere, che supportino in un certo qual modo ciò che viene narrato. Sappiamo bene che fornire una data certa su quando possa aver avuto inizio la preistoria è molto difficile, se non addirittura impossibile; sono moltissime le ipotesi che sono state fatte circa l’origine del mondo e la nascita delle prime civiltà, e molte di esse riguardano un periodo dove non era ancora nata la scrittura, e perciò non esiste alcun tipo di documentazione.

Si suppone che la preistoria abbracci un lunghissimo periodo di tempo che va più o meno da circa tre milioni di anni fa fino all’anno 5000 a.C o giù di lì, calcolando che, come accennavamo prima, le prime testimonianze scritte risalgono più o meno al 3500 a.C.; tale lasso di tempo così esteso è stato poi suddiviso dagli studiosi in Ere, a loro volta suddivise in altri ‘sottoperiodi’ che più avanti analizzeremo meglio.

Come si suddivide la ‘preistoria’?

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Secondo alcune teorie, la lunghissima fase della storia dell’uomo antecedente alla scrittura che si suole denominare preistoria inizia come detto all’incirca 5 milioni di anni fa, in un’era che gli esperti hanno chiamato quaternaria, epoca di cui si hanno testimonianze dell’utilizzo dei primi oggetti usati per scolpire, disegnare, ma anche per comunicare. Tali teorie storico-scientifiche ipotizzano una prima specie di ominide esistente sul pianeta circa 3 milioni di anni fa, l’Homo habilis, il primo essere umano di cui sappiamo qualcosa.

Diciamo pure che le ipotesi più concrete sulla preistoria e sui popoli che l’hanno vissuta iniziano con l’Età della pietra (dai 3 milioni e mezzo di anni fa fino al 5.000 a.C.); a sua volta, questo lunghissimo periodo è stato suddiviso in altre due grandi categorie, ovvero il Paleolitico (che va da circa 3 milioni di anni fa fino al 10.000 a.C.), ed il Neolitico (più o meno dal 10.000 al 3500 a.C.), era al termine della quale si pensa sia nata la scrittura.

Homo abilis, homo erectus, homo sapiens

L’Homo abilis è dunque la prima specie di essere umano di cui sia rimasta traccia, e le prime scoperte su tale specie furono fatte dai coniugi Leakey, una coppia di paleontologi britannici che ha dedicato tutta la vita allo studio dell’evoluzione della specie; i Leakey, che verso la metà degli anni 60 riportarono alla luce reperti archeologici e tracce di ominidi rinvenute durante un sopralluogo nella Gola di Olduvai in Tanzania, dimostrarono attraverso tali ritrovamenti che gli ominidi di quell’epoca sapevano già come fabbricarsi degli utensili, lavorando, anche se con tecniche elementari, la materia prima più facilmente reperibile, ovvero la pietra.

Proprio da questa loro capacità di produrre i primi attrezzi manualmente nacque l’appellativo di Homo abilis, che poi, secondo tutti i canoni della teoria sull’evoluzione della specie, si è per l’appunto evoluto fino a diventare Homo erectus, chiamato così perché, a differenza dell’Homo abilis che si spostava quasi ‘gattonando’ o comunque utilizzando sia le gambe che le braccia, aveva una postura ‘eretta’, oltre a presentare segni di un notevole sviluppo cranico. Ultimo, ma solo in termini cronologici è l’Homo sapiens, ovvero l’umano in grado di usare l’ intelligenza per approfondire le sue conoscenze, e l’esperienza per migliorare la propria vita.

Il passaggio dalla preistoria alla storia

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Per ‘sancire’ in un certo senso il passaggio dalla preistoria alla storia, si suole fissare un punto di riferimento storico quasi solenne, ovvero quel momento in cui l’uomo apprende le prime tecniche per poter riuscire a sfruttare l’acqua, periodo che gli storici denominano per l’appunto delle civiltà idrauliche, in quanto sviluppatesi intorno a grandi fiumi, laghi, mari, di cui si poco a poco imparato a sfruttare ogni risorsa.

Antico Egitto, Mesopotamia, India, sono tre esempi lampanti delle prime civiltà idrauliche, essendosi esse sviluppate rispettivamente a ridosso dei fiumi Nilo, Tigri, Eufrate, ed Indo; durante questo periodo, l’uomo iniziò ad aguzzare l’ingegno per sfruttare al massimo l’acqua, fonte di prosperità di primaria importanza, ed iniziarono a nascere le prime opere di ingegneria idraulica volte all’ottimizzazione dello sfruttamento di tale risorsa. E’ proprio qui che termina la preistoria ed inizia la storia, la cui datazione sarà differente a seconda del territorio che si sta prendendo in esame.